Psicomotricità... il bambino impara perché gioca

Il bambino non gioca per imparare ma impara perché gioca...
Questo avviene in un luogo preciso, uno spazio ricco, vario, colorato, che prevede la presenza attenta di un adulto che accoglie le produzioni dei bambini, condivide le loro emozioni e il loro piacere e li accompagna nel percorso di crescita. Un adulto che accoglie e contiene le difficoltà, le paure, le scoperte, i desideri, favorendone l'espressione e la comunicazione, disponibile all'ascolto e allo stesso tempo garante della sicurezza.
Attraverso il movimento, l'azione, il gioco spontaneo, il bambino esplora, scopre e conquista il mondo degli oggetti e delle persone che sono intorno a lui. Nel movimento esprime le sue emozioni, la sua vita affettiva profonda e il suo mondo fantasmatico.
Questa è una definizione della psicomotricità che mi appartiene e che vedo mettere in pratica una volta alla settimana con GIORGIO e mia figlia ZOE. Fino a un anno fa non avrei speso una moneta bucata... perché d'indole sono scettica. Ma nel vedere i progressi psicomotori di ZOE mi sono profondamente ricreduta fino a mettere in pratica a casa l'educazione al gioco. A distanza di sei mesi ZOE ha fatto passi da gigante, nel suo linguaggio del suo modo di assimilare e di apprendere nozioni fondamentali nella sua crescita.
Una cosa ho imparato da genitore: L'osservazione diventa fondamentale nell' individuare difficoltà dei nostri figli... bisogna imparare ad essere obiettivi fin dai primi anni della loro vita, in modo che li si possa aiutare a percorrere le loro tappe evolutive in maniera serena. Il saper chiedere aiuto quando serve non vuol dire essere deboli... ma aver coraggio.
Nelle immagini che seguono, si nota come l'interesse di Zoe sia incentrato nella direzione (basso-alto)... con una particolare ricerca di equilibrio tra i vari elementi che compongono la sua opera (birilli, corde , cerchi ecc.).
(Giorgio G.)








Zoe mentre cerca di mettere in equilibrio un pallone tra delle corde...


E' incredibile come riesca ad utilizzare ogni oggetto che le viene messo a disposizione...



Con l'aiuto di Giorgio , Zoe decide di voler coprire la sua opera con dei teli...


dove con estrema abilità di equilibrio e precisione aggiunge nuovi elementi...



Usando anche piccoli elementi...



L' opera finale risulterà una capanna di circa un metro e mezzo, equilibrata tra i volumi che la compongono

Commenti

Luigina ha detto…
Da questo post traspare tutto la tua giusta trepidazione di mamma e l'orgoglio per questa creatura che sta trovando il suo equilibrio grazie alla forza del tuo amore. Nelle fotografie hai saputo cogliere i momenti cruciali di questa costruzione e l'impegno di Zoe nel realizzarla. Gioisco con te per ogni progresso e ti abbraccio forte
jasna ha detto…
Grazie cara Luigina, il percorso di Zoe si sta sempre più delineando, anche grazie al fatto che io e Alessandro abbiamo coraggiosamente ammesso a noi stessi che Zoe aveva bisogno d'aiuto. Non è sempre facile ammetterlo e non sempre si vuol vedere che si ha un figlio con dei problemi. Resta il fatto che se questi bimbi si aiutano in un'età evolutiva ancora plasmabile si riesce a recuperarli benissimo dando loro la possibilità di crescere e maturare serenamente. io sono felice di aver preso questa strada, perché la mia bimba si sta aprendo come un bocciolo di rosa.

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