Il destino
Ho conosciuto mia madre a cinque anni quando una legge sulla riforma della famiglia del lontano 1975 le ha permesso di riconoscermi come figlia. Prima la vedevo di rado quando le era permesso, qualche domenica al mese. Nella mente di una bambina di pochi anni questa figura così importante era stata sostituita da una nonna amorevole , ma egoista... e da una zia straordinaria che ancor oggi considero la mia seconda mamma. Lei , mia madre, così fiera e orgogliosa, generosa... la vedevo come una figura lontana da me, un amica di famiglia. L'assurda legge italiana non le permetteva di potermi educare come più credeva giusto, non le permetteva di decidere cosa era meglio per me... per la legge italiana lei era il nulla. Fortunatamente oggi, i figli nati fuori dal matrimonio sono tutelati, sfortunatamente oggi i figli nati fuori dal matrimonio con una separazione in atto, in attesa di divorzio, sono tutelati. Allora no.
Lei si è trovata a trenta-tre anni da sola, con due figli, separata dal primo marito... in attesa di una legge che le permettesse di divorziare, per poter così riconoscere quella figlia che si trovò al momento della sua nascita... davanti alla decisione di dovermi disconoscere , perché era separata, ma non ancora divorziata dal primo marito. Mio padre allora fece quello che qualsiasi padre fa quando nasce un figlio... mi riconobbe tranquillamente perché ero sua figlia . A trent'anni non si pensa di poter morire... un destino beffardo e un incidente assurdo lo portarono via con i suoi 30 e una vita da vanti da vivere alla grande. Avrebbe sposato mia madre appena il suo divorzio fosse stato effettivo. Le avrebbe dato la possibilità di riconoscermi e forse saremmo stati... così, una famiglia felice. Ma , l'assurdità delle leggi italiane era ... che in quel momento ero figlia di mio padre ma non di mia madre. Ricordo che spesso mi dice ... di essere nata sotto una cattiva stella, nelle nostre chiacchierate mi rammenta sempre, che sua nonna le diceva: che avrebbe sposato un vedovo perché quando era bambina, aveva sempre giù l'orlo dei vestiti. E così è stato. A volte mi chiedo come sarebbe stata la mia vita se mio padre non fosse morto così prematuramente lasciandoci sole... forse andata diversamente. Non ho rimpianti, forse qualche amarezza, nel vedere una splendida donna buttata via, non apprezzata, non amata. A volte ho dei rimorsi perché vorrei fare di più per lei, vorrei che vivesse serenamente, vorrei che imparasse nuovamente a guardare il sole le stelle, vorrei che sentisse l'odore del mare o quello dei dei fiori. Vorrei che avesse la possibilità di vedere di più i suoi nipoti ... ma mi rendo conto che le scelte che ha fatto sulla sua pelle , brutte o buone che siano state, sono state scelte sue. Ora che sono mamma anch'io, non mi sento più di criticarla o di giudicarla . Per un figlio si cerca sempre di fare le scelte giuste anche se quest' ultime alla fine risultano sbagliate per qualcuno.
Non so perché ho scritto questo post... forse perché il racconto di Renata sulla sua infanzia in campagna ha risvegliato in me pensieri nostalgici sulla mia non spensierata infanzia. Alla vita che ha dovuto fare mia madre, per cercare di far valere i suoi diritti di patria potestà. Da una parte la spensieratezza di una bambina, che descrive minuziosamente la vita in campagna ...dove si arriva al punto di invidiare la semplicità delle cose, dei cibi, degli abiti desiderati... dall'altra un sistema, che fortunatamente non c'è più. Ora che la famiglia viene tutelata dal sistema legislativo... mi auguro che lo sguardo di una bambina nata sotto una cattiva stella, con un destino poco fortunato, ricominci a brillare come le stelle in una notte di san Lorenzo. Ciao mamma ti voglio bene.
Lei si è trovata a trenta-tre anni da sola, con due figli, separata dal primo marito... in attesa di una legge che le permettesse di divorziare, per poter così riconoscere quella figlia che si trovò al momento della sua nascita... davanti alla decisione di dovermi disconoscere , perché era separata, ma non ancora divorziata dal primo marito. Mio padre allora fece quello che qualsiasi padre fa quando nasce un figlio... mi riconobbe tranquillamente perché ero sua figlia . A trent'anni non si pensa di poter morire... un destino beffardo e un incidente assurdo lo portarono via con i suoi 30 e una vita da vanti da vivere alla grande. Avrebbe sposato mia madre appena il suo divorzio fosse stato effettivo. Le avrebbe dato la possibilità di riconoscermi e forse saremmo stati... così, una famiglia felice. Ma , l'assurdità delle leggi italiane era ... che in quel momento ero figlia di mio padre ma non di mia madre. Ricordo che spesso mi dice ... di essere nata sotto una cattiva stella, nelle nostre chiacchierate mi rammenta sempre, che sua nonna le diceva: che avrebbe sposato un vedovo perché quando era bambina, aveva sempre giù l'orlo dei vestiti. E così è stato. A volte mi chiedo come sarebbe stata la mia vita se mio padre non fosse morto così prematuramente lasciandoci sole... forse andata diversamente. Non ho rimpianti, forse qualche amarezza, nel vedere una splendida donna buttata via, non apprezzata, non amata. A volte ho dei rimorsi perché vorrei fare di più per lei, vorrei che vivesse serenamente, vorrei che imparasse nuovamente a guardare il sole le stelle, vorrei che sentisse l'odore del mare o quello dei dei fiori. Vorrei che avesse la possibilità di vedere di più i suoi nipoti ... ma mi rendo conto che le scelte che ha fatto sulla sua pelle , brutte o buone che siano state, sono state scelte sue. Ora che sono mamma anch'io, non mi sento più di criticarla o di giudicarla . Per un figlio si cerca sempre di fare le scelte giuste anche se quest' ultime alla fine risultano sbagliate per qualcuno.
Non so perché ho scritto questo post... forse perché il racconto di Renata sulla sua infanzia in campagna ha risvegliato in me pensieri nostalgici sulla mia non spensierata infanzia. Alla vita che ha dovuto fare mia madre, per cercare di far valere i suoi diritti di patria potestà. Da una parte la spensieratezza di una bambina, che descrive minuziosamente la vita in campagna ...dove si arriva al punto di invidiare la semplicità delle cose, dei cibi, degli abiti desiderati... dall'altra un sistema, che fortunatamente non c'è più. Ora che la famiglia viene tutelata dal sistema legislativo... mi auguro che lo sguardo di una bambina nata sotto una cattiva stella, con un destino poco fortunato, ricominci a brillare come le stelle in una notte di san Lorenzo. Ciao mamma ti voglio bene.
Commenti
Per fortuna la legge Italiana è cambiata..ma anche allora cavolo ..era un assurdità!!
ma nessuno nasce sotto una cattiva stella..perchè non ci sono cattive stelle...solo eventi sfortunati!!
ma in questi eventi sfortunati ..tua madre ha una figlia come te ..e dei nipotini splendidi!
ma la foto ...la foto è magnifica!
ciao stella ..una bacio alle tue stelline!
Ma anche di amore di una madre contro ogni legge ed ogni logica demenziale che in quei tempi ancora esisteva e che oggi forse qualcuno vorrebbe di nuovo ripristinare.
Sono convinta,come Luigina, che non saresti quello che sei senza questo tuo passato.
Spesso è la sofferenza, il dolore ad aprire il nostro cuore alla comprensione.
Ti voglio bene!
sei adorabile